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Reverse Innovation: la riuscita delle innovazioni ideate nei paesi in via di sviluppo e esportate a livello globale

Reverse Innovation:

la riuscita delle innovazioni ideate nei paesi in via di sviluppo e esportate a livello globale

Vijay Govindarjan, Professore alla Tuck School of Business e uno dei più infuenti guru viventi del pensiero manageriale moderno, ci spiega nel suo nuovo libro il successo della reverse innovation, o “globalizzazione al rovescio”

Aprile 2012 – Nel suo nuovo libro, Reverse Innovation: Create Far From Home, Win Everywhere, Vijay Govindarjan, uno dei pensatori più influenti del mondo e professore di International Business presso la Tuck School of Business a Dartmouth, insieme a Chris Trimble, suo collega, spiega come l’innovazione nei paesi emergenti sia in grado di fornire le tecnologie innovative per sbloccare nuovi mercati nel mondo industrializzato.

“La maggior parte delle aziende globali hanno capito che i mercati emergenti sono diventati l’ultima fonte di crescita possibile. Ma la pratica corrente di tutte queste aziende sta nel modificare ed esportare prodotti sviluppati nel loro paese d’origine “, spiega il Professor Govindarjan. “Per sfruttare al meglio le potenzialità dei mercati emergenti, si deve invece andare nella direzione opposta, innovando appositamente per e nei paesi in via di sviluppo, creando cioè innovazioni che saranno adottate prima in loco e poi esportate in tutto il mondo.”

Il libro:

REVERSE INNOVATION: Create Far From Home, Win Everywhere

Di Vijay Govindarajan e Chris Trimble

Harvard Business Review Press

Data di pubblicazione: 10 Aprile 2012

Prezzo: 30.00$; 256 pagine; hardcover; ISBN: 978-1422157640

Noir sur Blanc
Reverse Innovation: la riuscita delle innovazioni ideate nei paesi in via di sviluppo e esportate a livello globale

Written by giocare71

2 Maggio 2012 at 12:44

Solo un italiano su cinque in vacanza

L’Adoc ha oggi dichiarato i dati sulle vacanze per questa estate 2011. Lo scorso anno solo la metà degli italiani è riuscita ad andare in vacanza, oggi, invece, i vacanzieri si sono ridotti ad 1/5 della popolazione, che riduce notevolmente la durata delle vacanze e le spese per il pernottamento. Solo il 2% degli Italiani prevede di spendere 1.000 euro complessivi per le vacanze, mentre aumenta tutto.

Partiamo dal trasporto. Il trasporto su traghetto (unico possibile per certe località come Capri) è salito, con un rincaro sul biglietto d’imbarco del 70% in media. Non va meglio il trasporto in aereo, aumentato del 25%, mentre il trasporto ferroviario aumenta del 7%. Inutile stupirsi quando si scopre che gli Italiani hanno preferito la macchina, o, per evitare le spese del pernottamento in un costosissimo albergo, il camper. Risultato? Code chilometriche ed inquinamento ai massimi livelli consentiti (tanto che l’Europa ci ha già ammonito per il nostro inquininamento nonostante le domeniche a piedi).

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Annarita Faggioni

Written by giocare71

11 luglio 2011 at 09:00

Pubblicato su turismo

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La disoccupazione aumenta a maggio

La disoccupazione giovanile e per le donne aumenta con percentuali spaventose. La disoccupazione giovanile aumenta, ad esempio, ed arriva al 29,6% rispetto al 28,8% dello stesso periodo dello scorso anno. Dati sconcertanti, che rappresentano un vero deserto di mancata opportunità soprattutto nel Mezzogiorno, dove aumenta la disoccupazione delle donne, che arriva all’abisso del 46,1%: cioè quasi una donna su due, al pari, se non superiori agli uomini, per quanto riguarda la formazione, sia a livello di laurea che di esperienza lavorativa.

Si spiega così come le donne, dopo il matrimonio, rinuncino all’indipendenza per sempre pur di poter crescere i figli (aiutarsi a vicenda tra genitori è un esempio di civiltà che in Italia ancora non esiste).

Il tasso di disoccupazione generale aumenta del 0,1% rispetto ad aprile, ma del 8,1% rispetto a maggio 2010. Si parla di quasi 2 milioni di persone che non avranno mai modo di costruirsi un futuro lavorativo e che saranno condannati alla dipendenza (dipendenza dalle famiglie, dipendenza dal marito, dipendenza ai contratti che oggi non ci sono e domani non ci sono).

Si ferma la discesa vertiginosa degli ultimi anni sull’occupazione a tempo indeterminato (significa che i posti di lavoro “leggenda” per i giovani, non vengono più creati e restano soltanto per chi ha avuto la fortuna, negli anni Settanta, di entrare con un diploma che certamente non consentiva le competenze informatiche di oggi, richieste costantemente dal mercato (o dal mercato del precariato?).

Annarita Faggioni
La disoccupazione aumenta a maggio

Written by giocare71

4 luglio 2011 at 10:39